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Le aziende che investono budget significativi in comunicazione oggi hanno a disposizione numerosi canali: dal sito web ai social media, il ventaglio di opportunità è variegato e consente di raggiungere ogni tipo di pubblico, da quello più giovane, che privilegia la comunicazione visuale a quello più maturo e tecnico, che potrebbe trovare interessanti soluzioni editoriali più complesse dal punto di vista testuale. Per esempio, un blog con articoli approfonditi che rispondono ai loro bisogni potrebbe fare al caso loro, consentendo di fidelizzarli.
Il giusto match tra contenuti e contenitori, ovvero i touchpoint del brand, è in grado di costruire un lungo viaggio immersivo che coinvolge e ingaggia gli utenti. Sarà il digital strategist a decidere il giusto mix sulla base degli obiettivi di Marketing, delle risorse disponibili e della sua esperienza e conoscenza delle dinamiche di funzionamento dei vari canali.
L’arte del Marketing online è andata via via raffinandosi e quello che conta è, ovviamente, che i risultati siano monitorabili. Ma il 47% dei marketers non misura ancora il Content ROI (Return on Investment).
È possibile aiutarli? Sì. Da tempo esistono dei tools come Google Analytics in grado di monitorare i principali KPI di un contenuto. Metriche come il numero di visite, la frequenza di rimbalzo, la provenienza geografica, la parola chiave cercata, persino il bser di provenienza sono diventate comuni e senza dubbio utili a tracciare un profilo degli utenti. Ma si tratta di un profilo estremamente generico, indicativo – sì – ma grezzo. Un po’ come le statistiche sul reddito pro capite.
A un livello di complessità maggiore si collocano quelle piattaforme che permettono di fare Content Performance Analysis, esse rappresentano la nuova frontiera del Content Marketing. Al giorno d’oggi, infatti, sono disponibili strumenti che consentono di monitorare esattamente, per ogni utente che giunge in visita, l’intero percorso di visualizzazione compiuto all’interno dei contenuti del brand e ricavarne dati utili per migliorare le proprie strategie editoriali.
Questa tecnologia combina i dati statistici (posizione geografica, device utilizzato, bser etc.) già in nostro possesso con i dati qualitativi sugli interessi del singolo utente raccolti dall’applicazione dell’Intelligenza Artificiale ai contenuti. Il risultato è un quadro completo e descrittivo dei gusti e delle preferenze della persona, che consente di determinare il Marketing Mix e la combinazione di canali adeguata, gli argomenti e, perché no, anche tempistiche corrette.
Le informazioni ottenute in questo modo consentono di aumentare il grado di fidelizzazione dell’utente perché, invece di bombardarlo e infastidirlo con informazioni irrilevanti, lo si fa sentire “a casa” ingaggiandolo con contenuti attinenti ai suoi interessi e preferenze.
THRON, una piattaforma DAM sviluppata in Italia che si serve di motori AI per classificare i contenuti e trarre dalla loro fruizione insight sugli interessi degli utenti, offre un tool veramente efficace per evitare lo spreco di risorse e migliorare il ritorno sull’investimento: si tratta di Content Performance Dashboard, una consolle che analizza e misura le performance in relazione alle Call To Action effettuate dagli utenti (iscrizione alla newsletter, richiesta di informazioni, acquisto, per citarne alcune).
Da qui a capire come un contenuto influenza il comportamento d’acquisto degli utenti il passo è breve: con ben chiari in testa quali sono gli argomenti e i formati maggiormente preferiti dalla tua audience, i team di Marketing possono concentrarsi solo su quelli che funzionano andando a “colpo sicuro” e con un notevole risparmio di risorse.